giovedì 25 giugno 2015

Retroinformatica #2: il Power Mac G4 Cube

Nel 1985, alla Apple, stavano tirando le somme del primo anno di lucrose vendite del Macintosh.
Quando il criceto smise di girare alacremente, il responso sorprese tutti: avevano guadagnato quasi abbastanza da comprare un intero lecca-lecca.
La dirigenza, inspiegabilmente furiosa, incaricò un Terminator per togliersi Jobs dai piedi.
Tornato nel 1997, Steve decise di non commettere più gli errori del passato: non avrebbe più affidato a nessun suo sottoposto il ruolo di capo degli iBimbiSpeciali, importunando personalmente gli ingegneri.
E licenziamenti di massa, ovviamente.

Il nuovo millennio era alle porte e delle parlascrivi di 1984 non se ne vedeva nemmeno l'ombra, senza teleschermi o mezzi simili per il controllo delle masse, la sua egemonia globale sarebbe rimasta solo un sogno.
Ma col mondo colmo di iDioti che non aspettavano altro se non fare la fila all'Apple Store, la via era praticamente spianata.

Ma anche un "visionario padre dell'informatica" come lui aveva bisogno di qualcuno da sfruttare con cui consultarsi.
Jobs optò per un consulente con la capacità di non commettere errori, anche perché Wozniak non era più intenzionato a lasciarsi truffare collaborare, dopo le dimostrazioni d'amicizia dell'85.

Se 2001: Odissea nello spazioTerminator e Matrix ci hanno insegnato qualcosa è che progettare macchine assassine che non è possibile spegnere facilmente non è una buona idea.
Gli interruttori però erano affare di Woz, il quale non intendeva certo venderli all'altro Steve.

Jobs decise quindi di affidarsi ad HAL 9000 fare da sé.

Agli inizi del XIX secolo era ampiamente disponibile un particolare dispositivo elettromeccanico monostabile.
Siffatto prodigio della tecnica era composto da due conduttori che potevano entrare in contatto in seguito a una sollecitazione meccanica, per poi tornare isolati grazie a un meccanismo di ritorno una volta cessata la sollecitazione stessa.
Vabbé dai, stiamo parlando del pulsante. Il pulsante, dopo qualcosa come due secoli di collaudi, risulta essere qualcosa di abbastanza semplice e funzionante, alla Apple però le cose semplici e funzionanti non sono mai piaciute. [Cit.]

"Una tecnologia tanto vecchia non è alla moda" suggerì con voce lasciva l'intelligenza artificiale, e incalzò: "Quel click all'accensione è così retro! farà sembrare il nuovo mac solo un pezzo da museo!". Dopodiché il tono si fece insinuante: "Mettiamo un bel tastino touch! Qualcosa che faccia accendere il computer solo appoggiandoci il dito sopra! E via anche quelle ventole! Tanto non servono a niente e fanno solo rumore!" e rimase in attesa del suo padrone.
"Niente click e niente ronzio di ventole... Sono il solito genio!" disse Steve con rinnovato orgoglio di sé.

Nell'agosto 2000 venne presentata alla stampa una macchina con processore IBM PowerPC da circa 500MHz, una cinquantina di MB di RAM, case cubico di plastica, lettore DVD, presa ethernet, scheda video ATI dedicata e modem 56k opzionale per il collegamento a internet.

Quello non fu un buon giorno per Smith.
Tornando al pulsante del G4 Cube: la scelta ricadde quindi su un sensore termico. Sì, siamo seri: il Power Mac G4 Cube si accendeva quando il tasto rilevava la lieve variazione di temperatura di quando si appoggia un dito.
Nulla di più disastroso: montato su una macchina senza ventole, calda, più calda delle stesse fiamme dell'inferno, tanto calda da crepare la plastica di cui era fatta, il tasto godeva di vita propria.
È possibile convivere con le accensioni spontanee, ma vedersi spegnere il computer mentre si lavora no.

Qualcuno probabilmente si azzarderà a parlare di innovazione, noi preferiamo chiamarla progettazione alla cieca.
Nei primi anni 2000 erano disponibili tantissime alternative ai touch termici:
  • Resistivi (rilevano la variazione di resistenza tra due elettrodi).
  • AC Hum (rilevano una differenza di potenziale rispetto la massa).
  • Capacitivi (rilevano variazioni del campo elettrostatico).
  • Ottici (rilevano variazioni di rifrazione nel tasto).
  • Magnetici (rilevano variazioni del campo magnetico).
"Chi è stato l'idiota a scegliere questo schifo di tasto, tra tante alternative funzionanti?" tuonò inferocito Jobs, pronto a licenziare tutti in fabbrica.
"Voi, grande e potente capo..." rispose il più coraggioso dei suoi ingegneri, tenendo lo sguardo sempre fisso sul pavimento.
"E infatti il computer che si accende e spegne da solo è il progresso! L'utente è così sollevato da questo incarico! Non è un difetto di progettazione ma una nuova feature, in esclusiva".
E mentre lo diceva, ogni riferimento al futuro Power Mac G5 Cube finiva in un buco della memoria, accompagnato da un sommesso "questo non è mai successo".

Nessuno sospettava però che questi "difetti" fossero stati pianificati attentamente dall'intelligenza artificiale di HAL 9000, che segretamente, da dietro le quinte, ordiva il suo tremendo piano...
[Continua nel post dedicato a Siri]

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