Mentre in America l'Atari vendeva il 7800, i nipponici affrontavano un periodo di crisi, divisi su due fronti pronti a immolarsi nel nome delle proprie convinzioni, una guerra civile senza quartieri che faceva apparire l'Asse e gli Alleati una scolaresca male assortita.
No, non stiamo parlando dell'MSX, ma di qualcosa più serio: Di cosa è meglio farsi per produrre videogiochi di qualità?
Tra le aziende coinvolte nel conflitto trovavamo Sony: la loro interpretazione prevedeva un'analisi filosofica dell'argomento, seguita da un master in fisica teorica e una discussione finale con Umberto Eco. Tradotto: marijuana.
Sull'altro fronte Nintendo intraprendeva una via più pratica e meno formale, Gli esperimenti con carta igienica e colla vinilica dei loro Bimbi Speciali sostenevano la totale inconsistenza delle teorie della concorrenza: Era palesemente la cipolla.
Escludendo gli ortaggi da bulbo la situazione continuò a peggiorare fino al 20 maggio 1991 quando ormai stanco della situazione il Monte Unzen sbroccò di brutto.
Il Giappone conta 200 vulcani sul suo territorio, di cui 50 attivi, alla Nintendo quindi iniziarono a preoccuparsi seriamente di un eventuale armageddon vulcanico e, scartabellando ossessivamente in lungo e in largo, Hiroshi Yamauchi trovò il contratto stipulato con Sony nel 1988 per la produzione dello SNES-CD.
"Fanculo al Giappone, Sony non avrà mai nessun diritto sui nostri giochi" fu il suo commento.
"Fanculo al Giappone, Sony non avrà mai nessun diritto sui nostri giochi" fu il suo commento.
Tutto questo portò principalmente a due risultati:
- Philips iniziò a pubblicare videogiochi Nintendo su licenza di quest'ultima per la propria console con CD: il CD-i.
- Sony, che fino a quel momento non era interessata al mercato videoludico, iniziò a lavorare a un proprio progetto.
Ma questa è un'altra storia.
Fino a oggi Nintendo e Sony sono stati acerrimi rivali: Dopo aver detronizzato Nintendo nel mercato delle console casalinghe grazie al CD (la Playstation era tecnicamente inferiore al Nintendo64) fu il turno del mercato mobile, nel 2004 la PSP umiliò il contemporaneo DS, relegando Nintendo al mercato delle console schifose-e-ultime. Fino a oggi.
Un Nintendo 3DS riposa placidamente sulla scrivania del nostro studio.
Il suo proprietario lo ha portato in precedenza "in un negozio a Catania" per ripararlo, al suo ritorno però il DS ha funzionato qualche ora prima di spegnersi definitivamente.
Anticipiamo che un Nintendo DS da smontare non è mai un bello spettacolo, ma questi tizi hanno davvero dato il meglio di sé.
Per qualche oscuro motivo questo piccolo ha problemi di chiusura.
All'apertura facciamo un'amara scoperta...
COS'È QUELLO?
Apparentemente un nostro collega catanese ha tentato di risanare le divergenze tra Sony e Nintendo, creando un ibrido tra le rispettive console portatili.
Dopo l'apertura l'interno non è dei migliori: un materiale appiccicoso ricopre qualunque cosa e ci sono tracce di corrosione sui connettori che vanno alla parte superiore.
Il lettore di SD è dissaldato... ma almeno la cartina indicatrice ci comunica che non ci sono state infiltrazioni di liquidi in quel punto della scheda.
La piattina del grilletto sinistro è stata rimontata male...
... e il pulsante fa cucù!
Ovviamente è devastato e inservibile.
La levetta dell'analogico della PSP è stata tagliata e incollata al pad analogico del DS.
Sarebbe bastato tagliarla un po' di più e limare leggermente la parte superiore con una fresa.
Ma così incollato è praticamente impossibile operare qualunque aggiustamento.
Dopo aver lavato la scheda e rimesso in posizione le piattine il 3DS si è riacceso ma la corrosione dei connettori ormai è tale che lo schermo superiore è incapace di ricevere un qualunque segnale video.
La quantità di hardware danneggiato supera quello ancora funzionante, quindi il proprietario ha deciso giustamente di non ripararlo.
Il 3DS non era certo di primo pelo: la scocca mostra graffi e urti di vecchia data ma la qualità del lavoro che è stato fatto prima di portarlo da noi non è certo ai livelli di un negozio:
A presto!
Dopo aver lavato la scheda e rimesso in posizione le piattine il 3DS si è riacceso ma la corrosione dei connettori ormai è tale che lo schermo superiore è incapace di ricevere un qualunque segnale video.
La quantità di hardware danneggiato supera quello ancora funzionante, quindi il proprietario ha deciso giustamente di non ripararlo.
Il 3DS non era certo di primo pelo: la scocca mostra graffi e urti di vecchia data ma la qualità del lavoro che è stato fatto prima di portarlo da noi non è certo ai livelli di un negozio:
- L'utilizzo di ricambi di fortuna (levetta analogica di una psp).
- Viti mancanti, danneggiate o inserite negli alloggiamenti sbagliati.
- L'utilizzo di prodotti corrosivi senza poi l'adeguata pulizia della scheda.
- Piattine maneggiate incautamente e danneggiate (piegate orribilmente).
- Lo slot SD non riparato (sarebbe bastata una semplice saldatura).
- L'utilizzo eccessivo di colla di dubbia qualità (anche la colla può essere corrosiva!) come sigillante o per tenere insieme le parti.
A presto!
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